N° 86
VENTO DELL’EST
1.
In una stanza del
migliore hotel della capitale del Sin-Cong, un piccolo Stato del Sud Asiatico,
James Rupert Rhodes, sdraiato sul letto matrimoniale, guarda il soffitto con
aria cupa ed infine dice:
-Non avremmo dovuto farlo, lo sai.-
Glenda Sandoval
solleva la testa dal petto di Rhodey e replica:
-Lo so e la colpa è mia. Ero depressa per essere stata abbandonata da
Parnell e…-
-Sciocchezze.- taglia corto lui -L’abbiamo voluto tutti e due e dovremo
andare avanti con questa consapevolezza.-
Rhodey si mette a
sedere sul letto e prende i suoi vestiti. Un gesto semplice ma che in questo
momento rafforza in lui la consapevolezza di quel che è accaduto, la prova
della sua umana debolezza.
-E ora?- chiede ancora Glenda.
-Onestamente non lo so.- risponde Jim -Ho tradito mia moglie, ho
passato la notte con un'altra donna. Non posso cambiare questa cosa.-
-Rae non ha bisogno di saperlo.- ribatte la bella portoricana -Resterà
tra noi e non succederà più.-
Rhodey scuote la
testa.
-Avevo promesso di essere onesto con lei e ho mancato alla mia
promessa., ho irrimediabilmente fallito. Ed anche se lei non dovesse saperlo
mai, io lo saprei.-
-E quindi che vuoi fare?-
-Che io sia dannato se lo so.-
Rae Lacoste-Rhodes,
Vice Presidente Esecutivo e C.O.O.[1]
della REvolution Inc. e Gayle Watson, sua assistente personale, entrano insieme
nella palazzina che ospita gli uffici della società a Clason Point nel Bronx per
una nuova giornata di lavoro. Sono assolutamente ignare di essere osservate.
Non molto lontano da lì,
nel sedile posteriore di un’auto scura parcheggiata dove non può essere vista,
un giovane Cinese osserva tutto quello che accade alla REvolution. Si fa
chiamare Terence Yuan, dirigente di un’importante società di Hong Kong a New
York per lavoro. Il nome con cui è più noto, però, è Temugin, il figlio del
temuto Mandarino.
Sul suo volto un’ombra
di tristezza e forse anche di rimorso mentre dice:
-Mi dispiace molto.-
Preme una specie di
telecomando ed un secondo dopo la sede della REvolution crolla su se stessa
come se l’avesse schiacciata una mano gigantesca.
Joanna Nivena Finch
firma l’ultimo foglio poi alza gli occhi verso il giovanotto dai capelli neri
come il vestito che indossa.
-Ben fatto Mrs. Finch.- le dice lui con un sorriso insolente -Con
questo la nostra piccola transazione d’affari può dirsi conclusa.-
-Transazione?- ribatte Joanna -Io la chiamerei piuttosto: ricatto.-
-Lo chiami pure come vuole.- replica, serafico, Ezekiel Stane -Le
parole non mi feriscono.-
-E ora posso andare?-
-Ma certo. Come le ho detto, abbiamo finito, Mrs. Finch.-
Joanna si alza e
guarda Zeke Stane negli occhi, poi abbassa lo sguardo con aria sconfitta, volta
le spalle al giovane ed esce dalla stanza.
Dopo pochi istanti una
porta si apre alle spalle di Stane e ne esce una donna dell’apparente età di 35
anni circa, capelli corvini con una ciocca bianca che indossa un abito aderente
rosso senza maniche e con una scollatura vertiginosa.
-Perché le hai mentito, Zeke?-
-Il bravo giocatore dà sempre una speranza al suo avversario prima di infliggergli
la mazzata finale, mia cara Justine.- risponde lui C’è più divertimento così.
La bella Mrs. Finch ora mi appartiene esattamente come tutto quello che una
volta era suo. Non lo sa ancora ma lo scoprirà presto.-
-Sei perfido, lo sai, Zeke?- ribatte Justine Hammer.
Il ragazzo sorride
mentre risponde:
-Ho avuto ottimi maestri.
2.
Il palazzo di uffici della REvolution crolla come
un castello di carte, sbriciolandosi letteralmente. L’edificio cessa di
esistere in pochi secondi.
Rae Lacoste alza piano
la testa rendendosi conto di essere ancora viva. L’ultima cosa che ricorda è
che stava oltrepassando l’ingresso chiacchierando con Gayle Watson quando… Oh
Dio, Gayle!
-Gayle, Gayle, mi senti?- grida.
Le risponde un debole
lamento. Rae si rialza a fatica e si avvia nella direzione da cui proviene. La sua
assistente è distesa e si tiene la testa con le mani.
-Stai bene?- le chiede Rae.
-Io … credo di sì… ma cos’è successo?- replica Gayle.
-Vorrei capirlo. Un attimo fa qui c’era un edificio di cinque piani,
ora c’è solo polvere. Così ad occhio direi che è l’evidente attacco di un
supercriminale.-
Gayle si rimette in
piedi con l’aiuto dell’altra donna e commenta:
-Ne parli come se fosse una cosa normale.-
Rae fa un sorrisetto
amaro mentre replica:
-Da queste parti lo è. Prima di conoscere Tony Stark la mia più grossa
preoccupazione era la tonalità dello smalto per le unghie delle mie clienti,[2]
da allora ho incontrato più supercriminali di quanti pensassi che esistessero.
Non hai idea di quanto sia salita la rata della mia assicurazione.-
Uno dei pochi
privilegi che Tony Stark apprezza davvero da quando ha rinunciato a tutte le
cariche esecutive nelle sue aziende[3]
è poter fare colazione in santa pace con coloro che ama. Naturalmente questo
era prima che si accorgesse che tenere a bada un esuberante bambino di sei
anni, il figlio adottivo Andy, non è affatto un’impresa facile. Negli ultimi
tempi,poi, si sono aggiunti i problemi di sua figlia Kathy, ormai nella
difficile età di passaggio all’adolescenza, e del suo fratellastro undicenne
Howard Finch che, così piccolo, ha dovuto affrontare il trauma della morte del
padre. Il che gli fa pensare che è dal funerale che non vede la madre di Kathy
e Howie. Dov’è finita Joanna?
È un suono persistente
a scuoterlo da quei pensieri, un suono che conosce bene e che riconosce anche
la sua compagna Pepper Potts.
-Guai alla REvolution, vero?- chiede.
-Così pare.- risponde lui -Devo andare a vedere.-
-Tanto per cambiare.- sospira Pepper -Su, ragazzi. Di corsa a lavarvi i
denti e poi a scuola.-
Kathy le dà
un’occhiataccia.
-Non ho bisogno che mi dica tu cosa devo fare.- replica.
-Come preferisci, signorina, sei grande abbastanza, no?-
-Puoi scommetterci.-
Tony vorrebbe dire qualcosa, anche se non sa bene cosa, ma Kathy è già
schizzata via. Sospirando saluta i due ragazzi ed entra nel suo studio privato.
Pochi minuti dopo la
figura rossa e oro di Iron Man solca i cieli di Manhattan diretta a nord.
Il suo vero nome è
noto solo a pochi selezionati membri del Governo della Repubblica Popolare
Cinese. Per tutti gli altri è semplicemente Mínzú
jīngshén,
lo Spirito del Popolo, incarnazione della sua grande patria, come dimostrato
dal suo costume, rosso a parte guanti, stivali e le stelle sul suo petto e
sulla sua schiena, che sono di colore giallo.
La
sua missione è semplice: trovare il nemico del Popolo che si fa chiamare
Mandarino e porre fine alla sua minaccia una volta per tutte, un compito in cui
molti, compreso il supereroe americano Iron Man, hanno fallito in passato, ma a
lui non accadrà.
Secondo
i suoi superiori al Guojia Anquan Bu,[4] il Mandarino
si sta preparando a sferrare un attacco contro la Repubblica Popolare, anche se
non sono riusciti a sapere esattamente quando e da dove partirà quest’attacco.
Una cosa, però, lo Spirito del Popolo la sa: se tagli la testa del drago, il
drago morirà. Per questo è a Hong Kong oggi.
Ci sono sospetti che
l’imprenditore Charles Yuan, fondatore e Direttore Esecutivo delle Temujin
Enterprises, sia una delle identità del Mandarino. Altre voci dicono che in
realtà il Mandarino sia Zhang Tong, il capo di una delle maggiori Triadi[5] della
Regione Amministrativa Speciale.[6] Allo
Spirito del Popolo tutto questo non interessa, è concentrato solo sulla sua
missione.
Penetrare nel
grattacielo delle Temujin Enterprises senza far scattare le misure di sicurezza
o farsi notare dalle guardie armate è stato facile, tutto sommato. La parte
difficile arriva adesso.
L’eroe patriottico
cinese entra nell’ufficio di Charles Yuan e lo trova immerso nella penombra e
vuoto. Ha fatto tutta questa strada solo per scoprire che il suo bersaglio non
è qui?
-Cercavi me, immagino.-
La voce maschile che ha
parlato in Mandarino con un accento delle classi colte appartiene ad un uomo di
evidente etnia Han[7]
dai capelli neri e corti e lunghi baffi alla mongola. Veste un impeccabile
completo verde scuro chiaramente fatto su misura da un ottimo sarto, le mani
sono coperte da guanti di pelle nera.
È lui, pensa Spirito del
Popolo, ma da dove spunta? Solo pochi istanti fa lì non c’era nessuno, ne è
assolutamente certo. Istintivamente si mette in posizione di combattimento.
-Immagino che dovrei essere lusingato che abbiano mandato te, il loro
uomo migliore, per questo lavoro e, credimi, lo sono. Peccato per te che non
otterrai miglior risultato di coloro che ti hanno preceduto.-
-Questo lo vedremo.- replica Spirito del Popolo.
Il suo antagonista si
sfila con calma i guanti e ribatte:
-Immagino di sì.-
3.
La vista che si presenta
agli occhi di Iron Man è sorprendente perfino per lui che di cose strane ne ha
viste davvero parecchie: il palazzo di uffici della REvolution non esiste più.
Come può essere accaduto?
<<Cos’è successo;
Mrs. Lacoste?>> chiede all’ancor perplessa dirigente della società.
-Vorrei davvero saperlo.- risponde Rae.
Racconta tutto quello
che è successo interrotta ogni tanto da qualche domanda di Iron Man.
<<Capisco.>> è il
commento finale dell’eroe in armatura.
-Davvero?- ribatte Gayle Watson -E lo spiegheresti anche a noi? Sarei
davvero curiosa di sapere cosa mi ha quasi ucciso.-
<<Più che giusto,
Mrs. Watson. In parole semplici: un qualche congegno ha spezzato il legame
molecolare dei materiali che costituivano l’edificio disintegrandolo.>>
-Una cosa come questa… il congegno di cui parli deve essere molto… molto
sofisticato. Non penso si trovi in commercio vero? Chi può averlo costruito?-
<<Purtroppo, Mrs.
Watson, la lista di coloro che posseggono sia la capacità di progettare ed i
mezzi per realizzare l’apparecchio di cui stiamo parlando è piuttosto
lunga.>>
-Pensi all’A.I.M.?- chiede Rae.
<<Non solo. Ci sono
altri che potrebbero…>>
-Altri? Intendi mio padre?-
A parlare è stato un
uomo che indossa un’armatura che ricorda quelle degli antichi guerrieri cinesi.
Il suo volto è coperto da una sorta di maschera rituale ma Tony Stark non ha
bisogno di vederne il volto per sapere chi è.
<<Temugin!>> esclama <<Avrei dovuto
immaginare la mano del Mandarino in tutto questo.>>
-L’onore esige che noi combattiamo, uomo in armatura.- ribatte il figlio
del Mandarino.
<<Lascia perdere
l’onore, per carità. Posso credere che tu sappia cosa sia, ma tuo padre non ne
ha mai avuto nemmeno un grammo.>>
-Non posso permettere che tu od altri offenda il mio Signore. Difenditi.-
La lancia che Temugin
impugna nella mano destra si allunga e stacca un frammento della piastra
pettorale di un sorpreso Iron Man.
-Avrei potuto ucciderti al primo colpo se avessi voluto…- afferma -... ma
non sarebbe stato onorevole. Ti offro un combattimento leale.-
<<Allora, prima di
cominciare il nostro duello lascia che i civili sgombrino la zona.>>
Lo sguardo di Temugin
percorre rapidamente il perimetro soffermandosi su Gayle Watson per qualche
istante. Alla fine il giovane cinese dice:
-Lo avete sentito? Andate! Non desidero che nessun altro si faccia male
oltre al mio nemico.-
Rae Lacoste scambia uno
sguardo d’intesa con Iron Man, poi si rivolge agli spaventati impiegati:
-Muoviamoci! Date una mano a chi è ferito e filiamocela.-
Bastano pochi minuti e
tutti si sono allontanati quanto basta dai due contendenti che ora si
fronteggiano.
Andrew Chord chiude il
collegamento Skype con Dwayne Taylor. Ovviamente il resoconto fatto al suo ex
pupillo non comprendeva quanto accaduto la notte precedente con la bella Anna
Wei, una ragazza che ha a malapena l’età di sua figlia. Il suo pensiero corre
proprio a Silhouette. Non ha sue notizie da parecchio ormai. Da quel poco che
sa, dovrebbe essere da qualche parte con il fratellastro di Dwayne.[8] Sia
pure a malincuore, Chord deve ammettere di non essere stato il miglior esempio
di padre per quella ragazza, ma purtroppo non è possibile cambiare il passato.
Accantona quei cupi
pensieri e si concentra sul motivo del suo viaggio in questo posto sperduto:
esplorare la possibilità che la Fondazione Taylor finanzi un programma di aiuti
a questa piccola nazione appena uscita da un periodo di forte instabilità
politica e che non è ancora del tutto pacificata. Può fidarsi dei suoi
politici? Forse tutto quello che vogliono è mettere le mani sui soldi della
fondazione e forse la deliziosa Miss Wei è stata un incentivo per convincerlo…
o forse è lui ad essere diventato troppo vecchio e cinico.
Fuori dalla finestra può
vedere la jungla che si estende oltre la città. Conosce quella jungla e non ne
ha un buon ricordo e chissà che non sia anche quello ad alimentare il suo
cattivo umore. Meglio non stare a pensarci troppo.
Nel piano attico dello
stesso hotel di Andrew Chord e Jim Rhodes una giovane donna cinese vestita con
un cheongsam[9]
verde con decorazioni dorate sta osservando i suddetti ospiti grazie alle
immagini trasmesse da sofisticate microcamere.
-Ottimo lavoro Anna.- dice alla ragazza di chiara origine indocinese
seduta al suo fianco e che indossa una maglietta aderente e un paio di short -Mio
padre aveva ragione: sei un ottimo ingegnere. Ti garantisco che sarai ben
ricompensata.-
-Mi basta che mi sia restituito mio figlio.- replica Anna Wei con voce
cupa.
-Questo spetta solo al Mandarino deciderlo.- ribatte la donna conosciuta
come Madama Macabra -Fino ad allora ricorda che la tua vita appartiene a lui.-
-Non potrei mai dimenticarlo.-.
-E fai bene. Ora lasciami concentrare sulle mosse dei nostri nemici. Mio
padre mi ha proibito di ucciderli ma non di divertirmi con loro.-
4.
Se lo chiedeste a lui,
James Rupert Rhodes vi direbbe che venire nel Sin-Cong è stato un errore e non
solo per le improvvise complicazioni
personali che ha portato questa visita, ma anche per altre ragioni. Detto in
parole povere, Rhodey non si fida dei funzionari che ha incontrato finora, il
suo istinto gli dice che non sono sinceri e il suo istinto raramente sbaglia.
Se sapesse che Andrew Chord nutre i suoi stessi dubbi, non ne sarebbe né
sorpreso né confortato.
I suoi pensieri vanno
ora a sua moglie Rae e poi a Glenda Sandoval. Avrebbe dovuto aspettarsi quel
che è successo tra loro. Da ragazzi erano stati innamorati poi lei aveva
conosciuto Parnell Jacobs ed aveva finito con lo sposarlo. Le cose erano andate
male tra loro e questo aveva giocato un ruolo nel riaccendere i fuochi
dell’antica passione tra lei e Rhodey. E adesso cosa deve fare? Si chiede l’ex
Marine.
La domanda echeggia
ancora quando qualcosa attira la sua attenzione.
-Ma che ca…?- esclama.
Nel cielo sopra di lui
sono apparsi un carro armato e un incrociatore da battaglia volanti. Certo non
la cosa più strana che gli sia capitato di vedere. Non gli ci vuole un
particolare intuito per capire che sono in arrivo guai e quando i due oggetti
volanti cominciano a sparare lui ha già richiamato a sé la sua armatura di War
Machine ed ha spiccato il volo.
È quasi contento che ci
sia questa crisi che lo distrae dai suoi problemi personali e si precipita
verso il carro armato e la nave. Dalla sua piastra pettorale parte un uniraggio
che colpisce il carro facendolo rovesciare. L’oggetto cade e mentre lo fa, le
sue dimensioni si riducono fino a quelle di un giocattolino per bambini.
War Machine rimane
sorpreso e resta scoperto ad un attacco dell’incrociatore. I colpi di cannone
lo fanno precipitare. La caduta dura poco: il supereroe riprende l’assetto di
volo e raggiunge la nave evitando altri colpi e spara un paio di scariche di
repulsori neutralizzando i cannoni, poi atterra sul ponte.
Si guarda intorno e
raggiunge una conclusione:
<<È un giocattolo
modificato in modo da farlo diventare letale poi qualcosa o qualcuno l’ha
ingrandito e questo vuol dire…>>
Non finisce la frase:
l’incrociatore esplode.
A quasi mezzo mondo di
distanza Tony Stark fronteggia il figlio del suo più pericoloso nemico.
<<Tutto questo non
è necessario, Temugin.>> gli dice tentando ancora una volta di ragionare con
lui.
-È l’onore che lo richiede, te l’ho detto.- ribatte il giovane cinese.
<<Tuo padre non
merita la tua lealtà e quando lo capirai, sarà sempre troppo tardi.>>
-Basta parlare, difenditi!-
Il figlio del Mandarino si
scaglia contro Iron Man vibrando un fendente con la sua spada. Istintivamente
il Vendicatore in armatura spara una scarica di repulsori che s’infrange sulla
lama e rimbalza su di lui sbattendolo a terra.
-Rialzati!- gli intima Temugin -Non c’è onore nel colpire un nemico a
terra.-
<<Se è quello che
vuoi…>>
Rialzandosi Iron Man
attiva l’uniraggio pettorale e stavolta è il suo nemico a cadere, ma Tony ha
poco tempo per gioirne, perché il suo avversario si rialza con l’armatura senza
danni apparenti.
-Se è questo il meglio che sai fare…- dice -… il nostro duello finirà
presto… con la tua sconfitta.-
La voce di Iron Man ha
un tono duro e risoluto quando risponde:
<<Amico, non hai
ancora visto nulla.>>
I palmi dei suoi guanti
cominciano a brillare.
I due detective
osservano il cadavere disteso sul letto di una camera da letto riccamente
arredata in un lussuoso appartamento di Central Park West mentre il Medico
Legale sta completando il suo esame preliminare.
-Brutta faccenda.- commenta il più
anziano, capelli bianchi e aria disincantata -Sai chi era questo tizio?-
Il Detective più giovane,
un nero sui 35 anni circa, risponde:
-Vincent Vandergill, un manager finanziario.-
-E l’attuale C.E.O.[10] della
Osborn Corporation. Capisci quanto è
delicata la faccenda adesso, Witts?-
-Laviano, non penserai che…?-
-Preferisco non trarre conclusioni affrettate. Che ci dice Dottore?-
-Che ad ucciderlo sembra essere stata una specie di granata.- risponde il
medico legale -Ovviamente sarò più preciso dopo l’autopsia. Intanto, conficcato
nel suo petto, ho trovato questo.-
Mostra loro un piccolo
frammento arancione infilato in una bustina di plastica per le prove.
-Che cavolo è?- esclama il Detective di 2° Grado Stan Witts -Sembra…
sembra…-
-Un pezzo di una zucca di Halloween.- conclude per lui il Detective di 1°
Grado John Laviano -Chi conosci che le
usa come bombe?-
-Oh ca…-
Laviano trae un profondo
sospiro ed aggiunge:
-Pare proprio che dovremo fare una chiacchierata con Norman Osborn.-
5.
Il posto è una lussuosa suite da qualche parte a
Manhattan. L’uomo giovane vestito di nero si rivolge ad uno più anziano di lui
di almeno dieci o quindici anni.
-Devo ammetterlo, ha fatto davvero un ottimo lavoro.-
L’altro sorride mentre
si versa un bicchiere di autentico whisky scozzese di puro malto e replica:
-Io faccio sempre un ottimo lavoro, dovrebbe saperlo.-
-Le bombe zucca sono state un tocco di classe.-
-Nulla di straordinario. Me ne ero tenute da parte un paio come souvenir
di un vecchio contratto e sono tornate utili per i suoi scopi. Naturalmente lei
sa che non basteranno ad incastrare Osborn.-
Il giovane sorride a sua volta e ribatte:
-Mi basta che i sospetti su di lui reggano almeno un paio di giorni, poi
avrò raggiunto il mio scopo e sarà tutto finito.-
-Le piace giocare partite pericolose, vedo.-
-Una passione che ho ereditato da mio padre immagino.- ribatte il
giovanotto con noncuranza.
Dalla punta della spada
di Temugin escono dapprima un getto di fiamma poi uno di ghiaccio che bloccano
i repulsori e quindi avvolgono l’armatura di Iron Man.
Tony barcolla per un
istante poi riprende ad avanzare verso il suo nemico.
<<Mi hai solo
fornito energia supplementare.>> commenta <<E ora facciamola
finita.>>
Un colpo di repulsori e
la spada salta dalla mano del figlio del Mandarino.
<<Ultima
possibilità di arrenderti pacificamente.>>
-Credi davvero che il mio potere riposi tutto nelle mie armi?- replica
Temugin -Ti sbagli.-
Con gesto teatrale si
sfila i guanti. Un attimo e su ognuna delle sue dieci dita appare un variopinto
anello.
-Il potere è mio per diritto di nascita.-
Andrew Chord è appena
uscito dall’hotel che si ritrova testimone dello scontro tra War Machine e i
giocattoli giganti. Quando l’incrociatore esplode,e vede l’eroe in armatura
cadere, contro ogni prudenza si precipita verso il punto dell’impatto.
Quando arriva trova War
Machine disteso sulla schiena e gli si avvicina. Impossibile dire se l’uomo in
armatura sia incolume o ferito ma in qualche modo deve aiutarlo.
Chord prova ad
avvicinarsi ma il calore residuo lo ferma. Mentre si chiede cosa fare, un
rumore alle sue spalle lo spinge a voltarsi. Qualcosa lo colpisce. Poco prima
di perdere i sensi ode il rumore di un piccolo motore.
War Machine si sveglia e
mentre si rizza in piedi vede sulla sua testa un drone. Senza esitare lo
abbatte con una scarica di repulsori poi grida:
<<Fatti Vedere. So
chi sei: la figlia del Mandarino che si fa chiamare Madama Macabra, quella che
ingrandisce le cose. Non hai il coraggio di affrontarmi faccia a faccia come ha
fatto tua sorella?>>[11]
Da dietro un albero spunta la giovane donna in questione e con un’espressione dura sul bel viso replica:
-Non ho paura di te, cane occidentale. Dove la mia cosiddetta sorella ha
fallito, io riuscirò.-
Macabra lancia qualcosa
ai piedi di War Machine e punta l’indice. Dal suolo si solleva improvvisamente
qualcosa.
<<Ma che…?>>
Prima di poter reagire,
Jim Rhodes si trova racchiuso in un cubo trasparente. Prova a colpirlo
ripetutamente ma senza risultati.
La figlia adottiva del
Mandarino sorride malignamente mentre solleva le braccia al cielo. Il cubo si
solleva a sua volta sfrecciando verso l’alto sempre più veloce. L’ultima cosa
che War Machine ode prima di essere fuori portata è la voce della ragazza che
dice:
-Mi saluti la luna Mr. Rhodes.-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Ancora una volta poco o niente da dire su quest’episodio.
Giusto una nota per ricordare che i detective Laviano e Witts, in forza al
Distretto di Polizia di Central Park, sono personaggi creati da Archie Goodwin & Tony De
Zuňiga su Marvel Super Action #1 datato gennaio 1976 e sono i poliziotti
che hanno indagato sulla strage della famiglia del Punitore.
Quanto al prossimo
episodio: cosa vuole veramente il Mandarino? Come finiranno le sfide lanciate
dai suoi figli? Come reagirà Norman Osborn ad una nuova accusa di omicidio?
Magari questo dovremmo chiederlo agli autori dell’Uomo Ragno. -_^
Carlo
[1] Chief Operating Officer, equivalente del nostro Amministratore Delegato.
[2] Rae è proprietaria di alcuni saloni di bellezza.
[3] Nell’episodio #25.
[4] Ministero per la Sicurezza dello Stato. In pratica il servizio segreto della Repubblica Popolare Cinese.
[5] Organizzazioni criminali cinesi.
[6] Designazione formale di Hong Kong e Macao nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese.
[7] La principale etnia cinese.
[8] In effetti è così, come ben sa chi ha letto i recenti episodi di Marvel Knights.
[9] Il tradizionale abito femminile cinese.
[10] Chief Executive Officer.
[11] Sasha Hammer nell’episodio #57.